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mercoledì 29 maggio 2013

Silenziosa dignità

Passano davanti alla finestra del mio ufficio le comari del paese e le sento bisbigliare: "ma l'as vist? sun giò rivà! Oh che 'ndarmagie!" (hai visto? sono già arrivati! Oh che peccato)... non capisco finchè non vado a zappare il mio orticello e li vedo giocare a pallone in fondo alla strada... sono decine di ragazzi che passano il loro tempo libero in angoli laterali della città, quasi per non disturbare... li vedi andare in giro in bicicletta con il loro giubbino catarifrangente, li vedi al supermercato, puliti, ordinati, sempre composti e silenziosi. Fanno la fila con la spesa in mano e se ti vedono carica ti lasciano il posto con un sorriso. E' difficile sentirli, anche quando giocano laggiù a pallone, non urlano, non schiamazzano...giocano e basta... al mattino una lunga fila di biciclette invade le strade, sono loro, con i giubbini catarifrangenti, che vanno al lavoro, anzi che vanno a vedere se un lavoro ce l'hanno... e alla sera li vedi tornare, sempre pieni di dignità, mai sporchi, mai straccioni. Vivono accampati laggiù in quell'angolo nascosto, aspettando quell'estate che quest'anno fatica a trovare la strada, aspettando che qualcuno abbia bisogno del loro lavoro... sento le comari che passano sotto la finestra e dicono "oh mi signur... che bel prublema ca sun chi lì! Venu sì per travajè, ma travaju pa! a s'fan dè da mangè a spese noste! Oh mi signur... vularia savè chi l'è ca l'ha faje veni... sarà il sindic... saran i lur amis... ma sun propi un bel prublema per nuiauti!" (Oh Signore... che bel problema che sono quelli lì! Vengono qui per lavorare, ma non lavorano! Si fan dare da mangiare a spese nostre! Oh Signore... vorrei sapre che è che li ha fatti venire qui... sarà il Sindaco...saranno i loro amici... ma sono proprio un bel problema per noialtri!)... sento le parole e negli occhi scorrono le immagini di dignità di questi ragazzi che quando finiscono di raccogliere le arance a Rosarno vengono a Saluzzo... migranti della frutta che sperano in un futuro migliore di quello che nei loro paesi li aspetterebbe... gente silenziosa, gente piena di dignità, gente che se non fosse per il diverso colore della pelle forse nessuno noterebbe neppure...

sabato 25 maggio 2013

A tutto sughero


Sul web avevo visto un sacco di cose carine fatte con i tappi e mi frullava per la testa un progetto da molto tempo, per cui quando nel mio gruppo di baratto un'amica scrive di avere molti tappi di sughero a disposizione, non esito a chiederle di tenerne un po' per me... 
Che meraviglia quando, aprendo il super pacco di Deborah, ho trovato un intero sacco pieno di tappi tutti per me!!!
Lo so che posso sembrare pazza (e forse un po' lo sono), ma vedere quel mucchio di sughero è stato come vedere un blocco di marmo per uno scultore... ho cominciato a vedere tutte le potenzialità di quello che avevo per le mani e una marea di immagini hanno affollato la mia mente!
Il progetto iniziale è stato temporaneamente accantonato per svuotare un po' la mente di tutte quelle idee che la stavano affollando e armata di  un coltello di ceramica ho cominciato ad affettare tappi... prima ho fatto un bel mucchietto di cerchietti, poi ho pensato di tagliarli per il lungo per creare dei rettangoli, poi.... dei trapezi e dei triangoli.... insomma ho affettato tappi per un paio di sere, mentre lo Smaro mi guardava perplesso e la piccola Pulce aspettava ansiosa di capire dove diavolo volevo arrivare... 
Non osavo dire loro che neppure io sapevo esattamente dove stavo andando... ma continuavo con meticolosa passione ad affettare. Quando ho deciso che avevo pezzi a sufficienza ho riposto il coltello di ceramica, restituendolo al suo ruolo di indispensabile oggetto in cucina, ho aperto la scatola del materiale creativo e ho studiato cosa prendere... bottoni... tanti bottoni... in legno, ma anche colorati, poi... perline luccicanti, perline nei toni del marrone....e poi, beh, visto che in testa avevo orecchini e collane un po' di monachelle, di anellini, di catenelle e di chiusure... 
Pistola per colla a caldo accesa e viaaaaa spazio alla fantasia!!!










mercoledì 22 maggio 2013

Focaccine al farro con lievito madre

Sabato pomeriggio pioveva a dirotto...tanto per cambiare! Così per cercare di combattere la noia ho cominciato ad impastare un po', avevo voglia di fare qualcosa di un po' diverso dal solito, così mi sono messa a girare sulle ricette del gruppo facebook sulla pasta madre e mi sono imbattuta in un link che mi ha incuriosita: le focaccine la latte di Fables de Sucres. 


Ricordavo di aver già provato la loro ricetta di focaccia alle patate che era venuta una meraviglia per cui ho deciso di provare quella, ma ormai mi conoscete... non ce la faccio proprio a non improvvisare, per cui quando mi son trovata tra le mani la farina di farro...beh nella mia testa le due ricette si sono fuse dando origine a un esperimento decisamente ben riuscito!




Vi serviranno:
  • 125 gr di pasta madre rinfrescata (Guendalina)
  • 300 gr di farina 0
  • 250 gr di farina di farro
  • 350 gr di latte
  • 100 gr di patate (una patata media)
  • 25 gr di olio EVO
  • 15 gr di sale
Per prima cosa bisogna lessare la patata e poi schiacciarla, poi bisogna sciogliere il  lievito madre nel latte con un cucchiaino di miele (o di zucchero), aggiungere le farine miscelate e la patata, impastare, inserire l'olio e farlo assorbire, infine mettere il sale.
Finito l'impasto coprire a campana e lasciare lievitare per circa un'ora poi procedere con delle pieghe leggere, rimettere n una ciotola e coprire con la pellicola, far lievitare fino al raddoppio.
Dividere in panetti e dare la forma alle focaccine schiacciandole con la punta delle dita per dare la caratteristica forma della superficie. Lasciarle lievitare fino al raddoppio (ma confesso che sabato faceva davvero troppo freddo e non sono cresciute del tutto!) coperte da pellicola in modo che la superficie non secchi.
Accendete il forno e portatelo a 180°. Spennellate la superficie con una soluzione di acqua e olio. Versate qualche goccia di olio EVO sulla superficie e spruzzate di sale grosso.
Infornate e fate cuocere per circa 20 minuti....
Quando le tirerete fuori sarà dificile dar loro il tempo di raffreddarsi!
Buon Appetito!

lunedì 20 maggio 2013

Da inutile bottiglia di plastica a... gioelli per una serata importante!


Come ormai avete capito le bottiglie di plastica riescono davvero ad ispirarmi un sacco di cose... il PET fuso mi ricorda il vetro con il grosso vantaggio di pesare pochissimo per cui di permettere l'uso di molto materiale per creare un effetto particolare... Proprio per questo quando ho per le mani una bottiglia vuota e un paio di forbici comincio a smembrarla e a tagliuzzarla per fare un po' di scorta di materiale... se il tempo è tanto mi dedico da subito alla fusione, se è poco metto da parte i pezzi che ho ricavato, nella speranza di riuscire a finire il lavoro in tempi non biblici...


Ultimamente poi, ispirata dal blog IsLaura ho fatto diversi esperimenti con la plastica fusa nel forno...

In molti mi hanno parlato del Polyshrink e del fatto che lo si ottiene fondendo nel forno la plastica nr.6, ma sfogliando i post di Laura ho visto che lei in forno ci mette un po' tutta la plastica... Vuoi non provare??? No, la tentazione è troppa! Così con sommo orrore dello Smaro ecco che mi metto per l'ennesima volta a rovistare nella spazzatura e a leggere tutti i numerini sotto i più disparati contenitori, ne selezioni alcuni e li divido per tipologie...poi forbici alla mano comincio a tagliuzzare...
La plastica nr. 6 (in genere quella dei vasetti di yogurt o dei contenitori delle gastronomie) provo a disegnarla con cose molto semplici visto che con la matita sono una grandissima capra... Buco con la mia mitica pinza Prym tutti i quadratini che ho tagliuzzato e in parte dipinto e accendo speranzosa il forno, impaziente che raggiunga i 170°. Intanto prendo una teglia e la rivesto di carta forno, poi dispongo i pezzettini in modo che non si sovrappongano e... via apro il forno e incrocio le dita... lascio uno spiraglio aperto e controllo inebetita cosa succede (non vi dico come mi guardava lo Smaro nel frattempo) e... oddio magicamente la plastica numero sei si ariccia, si distende e si RESTRINGE! La plastica delle bottiglie invece si arrotola su se stessa... Oooooo che meravigliosa meraviglia! Ora non mi resta che comporre nuovi gioielli! Così nottetempo, complice il silenzio e la solitudine comincio a aprire le mie innumerevoli scatolette di minuteria e a pasticciare un po'... tutto quello che vedete nelle foto è il risultato dei miei esperimenti!